La Fondazione A.J. Zaninoni, che tra gli obiettivi statutari si propone fra l’altro di: “...promuovere la diffusione della cultura del lavoro, anche nella sua accezione più ampia di progetto di vita; studiare i trend dell’economia, approfondendone le dinamiche; analizzare i meccanismi del mercato del lavoro, la sua complessità ed i suoi processi attuali e futuri...”, ha coerentemente sviluppato iniziative che hanno per oggetto questi temi. E oggi individua nelle problematiche dell’accesso al lavoro per il mondo giovanile uno dei nodi cruciali nell’economia del nostro Paese, infatti, fra tutti i Paesi sviluppati, l’Italia è quello che più sta agendo contro i giovani. Se da un lato è più forte il sostegno nei loro confronti da parte delle famiglie ed è più lunga la permanenza dei figli tra le mura domestiche, dall’altro è più massiccia la redistribuzione di risorse dalla generazione dei figli a quella dei genitori. In poco più di dieci anni abbiamo raddoppiato il nostro debito pubblico e promesso pensioni molto generose, nonostante il calo della fertilità e l’allungamento della vita: su ogni giovane italiano oggi gravano un debito pubblico e un debito pensionistico fra i più elevati al mondo. Lo abbiamo fatto non tanto per costruire infrastrutture, migliorare la qualità dell’istruzione o dei servizi, ma per pagare pensioni di invalidità, creare posti pubblici spesso inefficienti, concedere baby pensioni, cedere alle pressioni di rappresentanze di interessi specifici e di breve respiro. Questa combinazione di altruismo privato e di egoismo pubblico è diventata un freno molto forte alla crescita del Paese e rappresenta una pesante ipoteca sul nostro futuro. È arrivato il momento di imboccare la strada delle riforme nel mondo della scuola, della formazione, della ricerca, del lavoro, delle professioni, dei servizi e del welfare.
Di tutto ciò si è discusso nel convegno di cui pubblichiamo gli atti, con protagonisti d’eccezione che si sono confrontati in modo vivace con idee e proposte non sempre collimanti ma forse anche per questo particolarmente interessanti.
Paolo Crivelli
Direttore della Fondazione