Nel 2010-’11 la Fondazione A.J. Zaninoni e il Centro culturale NuovoProgetto promossero un ciclo di conferenze dedicato ai tempi, ai luoghi e ai problemi di 150 anni di patria, intitolato “L’Unità delle diversità”. Nel 2013-’14 allargammo lo sguardo con un altro ciclo, “La ricerca dell’identità italiana”, per analizzare le ragioni delle nostre fragilità.
Nel 2016-’17, con un nuovo ciclo “Il declino italiano. Origini e vie d’uscita”, abbiamo analizzato le ragioni da cui è dipeso il nostro declino e quali possono essere le mosse per sviluppare un processo virtuoso di sviluppo: una risposta alle sfide che abbiamo di fronte.
È facile riconoscere una continuità fra i tre cicli che hanno preso spunto dalla celebrazione del 150° anniversario dell’Unità italiana per far emergere le difficoltà del nostro processo unitario, le specificità culturali dell’essere italiani e ora le ragioni e gli aspetti del nostro rimanere indietro, per affrontare con consapevolezza lo sviluppo possibile.
Il gruppo di lavoro che ha ideato quest’ultimo ciclo, composto da Antonio Censi, Giuliano Mazzoleni e Francesco Trombetta, ha fatto un lavoro serio e approfondito individuando i temi e coinvolgendo i maggiori intellettuali ed esperti sugli argomenti trattati.
Emanuele Felice ha aperto il ciclo con un affresco completo sui periodi di ascesa e di declino della società italiana mettendo a fuoco alcune tare che ci trasciniamo, come l’instabilità degli Esecutivi e l’inadeguatezza della nostra classe politica. Con Giuseppe Berta ci siamo immersi nelle trasformazioni del Nord industriale, nelle vicende che hanno portato dalla grande fabbrica di ieri alle poche multinazionali tascabili di oggi, per Berta abbiamo solo quelle, nostra unica speranza di sviluppo. Con Alberto Vannucci abbiamo attraversato la palude della corruzione analizzandone le tipologie e i meccanismi, constatandone la diffusione endemica e le nostre difficoltà ad uscirne. Con Gianfranco Viesti ci siamo resi conto di cosa significa essere un Paese bi-regiornale, di quali siano i fattori tuttora presenti del dualismo Nord-Sud e quali sono i problemi di sviluppo di tutta l’Italia e del Sud in particolare che è, come dice Viesti, un pezzo dell’Italia che non possiamo ignorare. Michele Salvati ha individuato nelle mancate riforme economiche e istituzionali le ragioni principali dello stallo dell’economia italiana, ripercorrendo tutta una serie di appuntamenti mancati fino all’ultimo, quello della riforma costituzionale cancellata dal referendum. Infine Antonio Golini, uno dei più noti demografi italiani, ha trattato un tema che fa da sfondo a tutti i nostri problemi, dalla decrescita della natalità alla immigrazione e ai suoi effetti.
Come sempre al termine del ciclo presentiamo il Quaderno con gli atti dei sei incontri. Buona lettura
Paolo Crivelli
Direttore della Fondazione