QUADERNO 18

Cosa sta capitando al mondo?

Il presidente Romano Prodi è laureato in Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano, con specializzazioni alle Università di Milano e Bologna e alla London School of Economics. È stato professore incaricato di Scienze politiche e poi professore ordinario di Economia e Politica industriale all’Università di Bologna; è stato visiting professor presso la Harvard University e lo Stanford Research Institute. All’insegnamento universitario ha unito un’intensa attività di ricerca. È stato fra i fondatori della “Scuola italiana di Economia Industriale” e ha costituito Nomisma, una delle principali società italiane di studi economici.

È stato Ministro dell’Industria e presidente dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale (Iri).

Nel 1995 ha fondato la coalizione dell’“Ulivo” e, in seguito al positivo esito elettorale dell’anno successivo, è stato Presidente del Consiglio sino all’ottobre 1998. Il suo governo ha conseguito, fra gli altri, l’obiettivo di portare l’Italia nel gruppo di testa dei Paesi aderenti all’euro. Nel 1999 è stato designato Presidente della Commissione europea e nei cinque anni della sua direzione la Commissione ha introdotto l’euro e allargato l’Unione a 25 Paesi. Tornato in Italia, nel 2005 le Primarie lo hanno indicato alla guida della coalizione di centrosinistra, che si è affermata alle elezioni del 2006, ed è stato Presidente del Consiglio sino al febbraio 2008. Ha presieduto l’Assemblea costituente del Partito democratico, di cui è stato uno dei fondatori.

Da settembre 2008 presiede il Gruppo di lavoro Onu-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa. È professor at-large alla Brown University (Usa) e professore alla China Europe International Business School in Shanghai.

Di fronte alla crisi che sta investendo i Paesi cosiddetti sviluppati dell’Occidente, non poteva mancare da parte della Fondazione un approfondimento sui temi dell’economia mondiale con le sue ripercussioni sulla politica. E ci siamo rivolti a una personalità che riteniamo tra le più qualificate in materia. La formazione, le competenze, il curriculum di Romano Prodi fanno sì che sappia spaziare su tutti i fronti dello scenario mondiale, leggendone le interconnessioni tra politica ed economia come pochi altri. Basti pensare che ai molti storici e analisti politici che, dopo la caduta del muro di Berlino, avevano pronosticato che il XXI secolo sarebbe stato il secolo degli Americani, risponde sin dall’inizio della sua conferenza con una semplice riflessione che i più però non avevano saputo cogliere: “...nel 1950 gli Stati Uniti avevano da soli il 50% del prodotto nazionale lordo del mondo, oggi hanno circa il 21%: è un bel cambiamento. Avevano allora il 50% del prodotto nazionale lordo del mondo e il 50% delle spese militari, oggi hanno il 21% del prodotto lordo del mondo è il 50% delle spese militari, con uno sforzo, uno sbilanciamento economico che contribuisce, insieme a problemi di politica interna, a un colossale deficit del bilancio federale [...] È un problema di cambiamento di dimensioni gigantesche...”. E ciò, come è facile intuire, non poteva che determinare ripercussioni sull’assetto geopolitico mondiale.

Ma avrete modo di leggere come tutte le sue riflessioni sui principali protagonisti della scena internazionale sono assolutamente essenziali per comprendere che cosa sta capitando al mondo. Non a caso il numerosissimo pubblico ha partecipato con grande attenzione e numerose sono state le domande, alle quali il Presidente ha puntualmente risposto.

Paolo Crivelli
Direttore della Fondazione

Altro...

Il presidente Romano Prodi è laureato in Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano, con specializzazioni alle Università di Milano e Bologna e alla London School of Economics. È stato professore incaricato di Scienze politiche e poi professore ordinario di Economia e Politica industriale all’Università di Bologna; è stato visiting professor presso la Harvard University e lo Stanford Research Institute. All’insegnamento universitario ha unito un’intensa attività di ricerca. È stato fra i fondatori della “Scuola italiana di Economia Industriale” e ha costituito Nomisma, una delle principali società italiane di studi economici.

È stato Ministro dell’Industria e presidente dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale (Iri).

Nel 1995 ha fondato la coalizione dell’“Ulivo” e, in seguito al positivo esito elettorale dell’anno successivo, è stato Presidente del Consiglio sino all’ottobre 1998. Il suo governo ha conseguito, fra gli altri, l’obiettivo di portare l’Italia nel gruppo di testa dei Paesi aderenti all’euro. Nel 1999 è stato designato Presidente della Commissione europea e nei cinque anni della sua direzione la Commissione ha introdotto l’euro e allargato l’Unione a 25 Paesi. Tornato in Italia, nel 2005 le Primarie lo hanno indicato alla guida della coalizione di centrosinistra, che si è affermata alle elezioni del 2006, ed è stato Presidente del Consiglio sino al febbraio 2008. Ha presieduto l’Assemblea costituente del Partito democratico, di cui è stato uno dei fondatori.

Da settembre 2008 presiede il Gruppo di lavoro Onu-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa. È professor at-large alla Brown University (Usa) e professore alla China Europe International Business School in Shanghai.

Di fronte alla crisi che sta investendo i Paesi cosiddetti sviluppati dell’Occidente, non poteva mancare da parte della Fondazione un approfondimento sui temi dell’economia mondiale con le sue ripercussioni sulla politica. E ci siamo rivolti a una personalità che riteniamo tra le più qualificate in materia. La formazione, le competenze, il curriculum di Romano Prodi fanno sì che sappia spaziare su tutti i fronti dello scenario mondiale, leggendone le interconnessioni tra politica ed economia come pochi altri. Basti pensare che ai molti storici e analisti politici che, dopo la caduta del muro di Berlino, avevano pronosticato che il XXI secolo sarebbe stato il secolo degli Americani, risponde sin dall’inizio della sua conferenza con una semplice riflessione che i più però non avevano saputo cogliere: “...nel 1950 gli Stati Uniti avevano da soli il 50% del prodotto nazionale lordo del mondo, oggi hanno circa il 21%: è un bel cambiamento. Avevano allora il 50% del prodotto nazionale lordo del mondo e il 50% delle spese militari, oggi hanno il 21% del prodotto lordo del mondo è il 50% delle spese militari, con uno sforzo, uno sbilanciamento economico che contribuisce, insieme a problemi di politica interna, a un colossale deficit del bilancio federale [...] È un problema di cambiamento di dimensioni gigantesche...”. E ciò, come è facile intuire, non poteva che determinare ripercussioni sull’assetto geopolitico mondiale.

Ma avrete modo di leggere come tutte le sue riflessioni sui principali protagonisti della scena internazionale sono assolutamente essenziali per comprendere che cosa sta capitando al mondo. Non a caso il numerosissimo pubblico ha partecipato con grande attenzione e numerose sono state le domande, alle quali il Presidente ha puntualmente risposto.

Paolo Crivelli
Direttore della Fondazione

Download programma

Iscriviti alla mailing list della Fondazione

per ricevere la Newsletter informativa "Lettera dalla Fondazione", ed essere aggiornato sulle attività in corso.

Contact Form Demo
Top crossmenucross-circle linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram