Le prime due iniziative organizzate quest’anno dalla Fondazione A.J. Zaninoni sono state “Medio Oriente e Mediterraneo. Conversazione con Emma Bonino” e “In fuga dalle guerre: l’Europa per le donne, l’Europa per i di- ritti”, quest’ultima in collaborazione con Se Non Ora Quando Lombardia e nell’ambito del mese “L’Europa è per le donne” patrocinato dall’Ufficio di Informazione di Milano del Parlamento europeo.
Non casualmente la Fondazione ha voluto affrontare due temi fra loro connessi, di grande rilevanza e purtroppo di sempre maggiore attualità. Di conseguenza gli atti vengono pubblicati congiuntamente su questo Quaderno.
Consideriamo Emma Bonino una delle maggiori esperte di problemi orientali, un’esperienza la sua non solo culturale ma pragmatica, che l’ha vista trascorrere molto tempo in Paesi arabi per apprendere la loro lingua e per conoscerne dall’interno e comprenderne meglio le realtà politiche, religiose, economiche, sociali e culturali. Questa scelta l’ha messa in grado di affrontare non solo con la consueta passione ma anche a ragion veduta, con razionalità scevra da ogni pregiudizio, ciò che affligge quelle aree del mondo. Impostazione ben riconoscibile nell’incontro del 1° marzo, che ha avuto una grande e partecipata presenza di cittadine e cittadini, con una nutrita rappresentanza di giovani studenti.
L’incontro “In fuga dalla guerre: l’Europa per le donne, L’Europa per i diritti” ha avuto un taglio più seminariale e appunto per questo ha potuto affrontare e approfondire un aspetto specifico della migrazione di popolazioni in fuga dalle guerre, dall’oppressione e dalla fame. Lo sguardo si è accentrato sul dramma nel dramma: le donne. Quelle che, dopo “viaggi della speranza” pieni di rischi e difficoltà, troppo spesso sottoposte a furti e stupri o vittime di tratta, riescono a raggiungere i primi centri di accoglienza, come in Libano e in Turchia, devono sottostare a condizioni di gravissimo disagio, prive dei più elementari servizi, disagio attutito solo dall’encomiabile lavoro di molte ONG. Ma il dramma non è solo ai margini del nostro continente, incontrano difficoltà anche coloro che arrivano in Europa, a causa, soprattutto ma non solo, delle norme esistenti, quale l’incredibile differenziazione tra coloro che fuggono dalle guerre e coloro che fuggono dalla fame: queste ultime vengono espulse come se la fame non fosse una calamità.
In definitiva, abbiamo voluto contribuire alla conoscenza di un problema che attanaglierà l’Europa per i prossimi decenni e che solo la conoscenza e un approccio razionale e al contempo umano forse potranno risolvere.
Buona lettura
Paolo Crivelli
Direttore della Fondazione